2020

ARTICOLO dell'OSSERVATORE ROMANO

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OLTRE: riflessione di p.Matteo

14/03/2020

 

Il coronavirus ha costretto la nostra società a dover assumere a livello politico e sanitario la responsabilità a fare scelte drastiche per salvaguardare la vita delle persone, davvero così fortemente e globalmente minacciate.

Sono encomiabili la determinazione e la responsabilità con cui tutto il popolo e gli stessi giovani si sono adeguati ad osservare tali regole che sembrano mortificare tanti aspetti della nostra vita personale e sociale!

Anche noi come Comunità abbiamo sospeso le visite dei familiari e gli stessi colloqui per l’ingresso in Comunità, per seguire le norme emanate dal Governo.

Alle famiglie è permesso di telefonare più di una volta a settimana, pronti a darci informazioni ogni volta che occorresse, inoltre seguiamo telefonicamente, accompagnandoli, famiglie e giovani che vivono il problema della dipendenza perché non rimangano tristemente soli nelle loro comprensibili paure!

In questo momento è comunque Importante fare forza anche sulle nostre risorse interiori, mentali e spirituali che ci aiutano ad esprimere il meglio della nostra umanità che vive così il coraggio di farci solidali, come vediamo fare in queste ore.

E questa lotta fatta “insieme” sconfigge non solo il coronavirus, ma anche altri virus che minacciano la morte interiore delle persone, del nostro Pianeta, degli egoismi, dell’indifferenza.

Questa mattina incontrando i giovani nei nostri Centri ci siamo trovati a riflettere sul perché non scuoterci ed usare la stessa determinazione per intervenire su ciò che minaccia la morte del pianeta, su ciò che fa aumentare i suicidi e le depressioni nel mondo e anche sull’abuso di sostanze che uccidono troppi adolescenti, prima che fisicamente, certamente mentalmente, spegnendoli “dentro”, rendendoli incapaci di innamorarsi del Bello, del Vero, e di tutto ciò che è Bene, e così vivere serenamente le relazioni familiari e le responsabilità sociali.

Anche per questo problema delle dipendenze bisognerebbe spronarci ed attivarci, per salvaguardare un concetto più ampio della salute della persona vista a livello globale (interiore, relazionale, sociale, valoriale ed etico). Dai primi anni della nostra esperienza dicevo che i giovani pagano per una cultura mutilata di spiritualità e di trascendenza, che li lascia analfabeti nei rapporti, incapaci di sostenere le inevitabili contrarietà e limiti che la realtà del vivere pongono da sempre a tutti e che affrontarle responsabilmente ci stimolano a migliorare la qualità della nostra vita umana, nella sua integralità. “Saremo ancora troppo poveri se fossimo solo sani” (Winnicott)

Se i nostri adolescenti e giovani stanno mostrando tanta maturità (ed è bello constatarlo!) per contrastare il coronavirus, accettando regole che sembrano andare contro la loro natura, per salvaguardare appunto la salute personale e sociale, perché, (passato questo momento) da adulti responsabili, non assumere a livello politico e sanitario, precisi orientamenti altrettanto coraggiosi?
Adulti a cui i giovani (come in queste circostanze) si affidano, e investendo la stessa determinazione e responsabilità per favorire un forte impegno educativo, familiare, scolastico e sociale, per la vita integrale (biologica, affettiva, spirituale) delle persone?

Importante quindi è notare come le autorità sanitarie e politiche non hanno avuto timore e incertezze nel restringere le libertà personali per favorire la vita delle persone e della società, così ci auguriamo che per salvare la vita non solo fisica dei nostri giovani e risparmiare loro e alle famiglie incredibili sofferenze, le stesse autorità, nella loro funzione, sappiano prendere decisioni riguardo le dipendenze, anche dove sembrano restringersi le libertà individuali, per la salvaguardia della vita fisica, mentale, sociale e per il benessere loro e della società intera!"

Appena terminato di scrivere quanto sopra è arrivato questo messaggio da un giovane che è stato in Comunità e che p. Matteo desidera condividere con tutti:

“Ciao caro Matteo io sto benissimo come la mia compagna e tutta la mia famiglia! Davanti alla realtà della morte tutto si ferma, tutto tace, tutto è in silenzio. Il non poter gestire un qualcosa più grande di noi, più grande della scienza, più grande del potere, ci fa sentire piccoli come è giusto che sia perché noi siamo piccoli e di passaggio e l’unica cosa che possiamo fare forse è vivere ogni giorno donando il meglio di noi stessi, donarlo agli altri, donarlo soprattutto a chi crede di non averne bisogno. Io oggi vivo come una volta ti disse il nostro Carletto… che ogni giorno che viveva per lui era un dono e quindi ogni giorno cerco di fare del mio meglio anche se poi penso sempre che avrei potuto fare di più. Oggi Matteo, grazie a te alla comunità, sono una persona pienamente reinserita in società. Nel mio cuore però, anche avendo tutto, amore compreso, niente sarà mai come la comunità e i miei compagni. Io non sono, come saprai, un campione di parole e non ho neanche studiato molto, ma quello che sento nel mio cuore è un profondo senso di gratitudine, amore e amicizia. Grazie Matteo che mi hai insegnato a essere me stesso... e anche se con moltissime difficoltà e limiti basta che penso a voi e tutto sembra facile.
Vi voglio bene e vi abbraccio.
A. C.”

Trivigliano, 14 marzo 2020

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