Dott. PAOLO GALIMBERTI


Psichiatra – Direttore S.P.D.C. di Subiaco (Roma)

 
Sia nella mia professione di psichiatra, sia P. Matteo come responsabile della comunità,

ci incontriamo di frequente con casi che dire disperati è poco.

 

 Persone la cui sofferenza è al limite, che prima di entrare in comunità, assumono di tutto, sia perchè tossicodipendenti, sia perchè sofferenti di patologie psichiatriche, farmaci in quantità. Entrano in comunità e dopo un po’ ci accorgiamo che queste persone, che prendevano dosi di psicofarmaci che farebbero addormentare un cavallo, cominciano piano piano a distaccarsi dalle sostanze, cominciano a diminuire i farmaci e cominciano a non avere più bisogno dell’apporto farmacologico. 
Due sono le cose: o era sbagliata la diagnosi a monte, per cui uno curava la persona senza motivo psichiatrico, oppure è successo qualcosa. 
Le persone arrivano quasi sempre con relazioni psichiatriche, con ricoveri effettuati in strutture ecc..; non mi sembra di mettere in dubbio la diagnosi. Propendo più per qualcosa che è successo all’interno della comunità che ha cambiato la loro vita, ed è questo qualcosa che non riusciamo ad identificare con sicurezza.
Ci sono tante altre comunità dove non si hanno risultati analoghi. Pensiamo alle cliniche, agli ospedali, sono anche questi dei contenitori, eppure questo non succede, questo risultato non si vede. 
È il lavorare sul positivo la grande “invenzione”.
Noi siamo abituati a lavorare sul negativo, il sintomo, la patologia, la malattia. Qui si lavora sul positivo, sulle responsabilità, su quello che di positivo c’è in ciascun essere umano. 
Ma è solo questo? È la fede? È pure questo.  Ci sono dei valori, dei principi che regolano la vita della comunità e che hanno un valore importantissimo.
Che cosa è che fa modificare questa persona e la fa uscire da un percorso terapeutico che lo porta verso una strada della cronicità? Qui non c’è più la cronicità, ma vi è la presa di coscienza della persona.
Ringrazio padre Matteo, che ormai conosco da tanti anni, una vita! Ringrazio gli operatori della comunità, perchè con il loro sacrificio, con la loro disponibilità, con la loro capacità di ascolto, la comunità  comunque va avanti.
Magari ci fossero degli operatori nei servizi pubblici come loro! Grazie!

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