AMICI FRANCESI

Nel 1998 vennero tra di noi un gruppo di giovani francesi, stettero con noi una settimana, condividendo il quotidiano con i nostri giovani, nello stupore dello spirito che anima la nostra esperienza. Ecco cosa "dicono di noi".

 

RIFLESSIONE DI LUDOVIC

            Ho trovato all’inizio tanta accoglienza; era la prima volta che mi trovavo in una comunità, in questo tipo di cultura, e ho scoperto molte cose.

            Mi ha colpito il vostro modo di agire, di pensare: la vostra amicizia e il vostro coraggio mi hanno fatto sentire molto forte.

            Tante cose mi hanno toccato: i canti, le discussioni, le preghiere soprattutto, perché l’ultima volta che ho pregato è stato quando mio fratello è morto. E ogni volta che si pregava, sentivo la presenza di mio fratello, come se lui pregasse insieme a me.

            Non vi dimenticherò mai, perché mi avete molto colpito, ed ora ho un’altra immagine dell’Italia: quella della serenità, dell’amore e della fede. Non vi vorrei mai lasciare. Penserò a voi, parlerò di voi e dirò: “Mi è successa una cosa incredibile: sono rinato”. E i miei amici diranno: “Sei matto, non sai quello che dici”. Ma io risponderò: “Andate alla Comunità In Dialogo in Italia e rinascerete!”

Ludovic

 

RIFLESSIONE DI BRUNO

            Sono state giornate che mi hanno toccato il cuore, emozioni assicurate! Uomini e donne che cento volte sono passati vicino alla morte, eppure sono così meravigliosamente pieni di vita.

            C’è della magia, qui da voi, o forse qualcosa di più alto, ma il risultato è così buono e bello da vedere che arricchisce il cuore e la vita di tutti. La vostra è una vera fabbrica che produce ottimismo e gioia di vivere, in questa vita che a volte è così nera.

            Vi prego, continuate a creare vita e amore: è così raro!

Bruno

 

RIFLESSIONE DI FATIMA

            Prima di partire mi è stato inviato un foglio contenente gli orari della Comunità In Dialogo, che mi hanno lasciato molto perplessa. Mi chiedevo in quale posto stessi per andare, vedendo le esigenze precise degli orari, delle preghiere e del lavoro... Immaginavo di andare in un posto diverso.

            E arrivando da voi, non capivo perché una discussione ben avviata dovesse talvolta interrompersi, lasciando il posto al silenzio. Perché il silenzio mi ha sempre stretto il cuore, e questi momenti facevano riaffiorare i miei ricordi più dolorosi.

            A poco a poco, però, ho capito questo silenzio; dopo una giornata di lavoro, ripensavo alle risate, alle gioie e all’orgoglio di essermi resa utile anch’io. Ho imparato una cosa importante: questo silenzio cancellava i cattivi ricordi, trasformandoli in gioia di vivere.

            Sì, oggi posso dirlo: voglio continuare a vivere per incontrare persone come voi per scoprire altre emozioni più forti della paura e dell’angoscia. Grazie a voi sono riuscita a sconfiggere una parte della mia paura, la difficoltà ad avvicinarmi agli altri.

            Quest’esperienza mi ha anche consentito di scoprire i lati nascosti dei miei amici; ora che conosco la loro fragilità gli voglio bene anche più di prima. Rose-Marie ha svolto un ruolo molto importante: ha saputo sostenermi fino alla fine e confortarmi quando ne avevo bisogno. Non voglio passare da voi come un viaggiatore qualsiasi, ma conservare qualcosa che resterà impresso in me.

            Ah, è duro andar via, quando ripenso alla vendemmia, alle letture, ai momenti di silenzio, alle gioie, alle preghiere e a tutti voi, ai vostri occhi che esprimono tante cose. Qui da voi ho conosciuto lo sguardo di un padre, di una madre, di fratelli e sorelle: non vi voglio lasciare, vi voglio bene come fratelli.

            Aspettiamo con impazienza che veniate in Francia, per potervi far scoprire a nostra volta le ricchezze che sono in noi.

Fatima, che vi ama dal più profondo di sé stessa

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